RESTAURO CONSERVATIVO E CONSOLIDAMENTO DELLA CHIESA
luogo | Bardolino (Verona) | |
committente | Comune di Bardolino | |
anno di esecuzione | 2007 – 2010 | |
progetto | arch. Massimiliano Valdinoci, studio arch. M.Ruffino & L. Musso | |
direzione lavori | arch. Massimiliano Valdinoci | |
strutture | arch. Massimiliano Valdinoci, studio arch. M.Ruffino & L. Musso | |
sicurezza | arch. Massimiliano Valdinoci (CSP-CSE) | |
impresa esecutrice | A.T.I. Bonazzi Srl (VR) e Massimo Tisato Restauri (VR) | |
collaboratori | arch. Leonardo Polesani | |
alta sorveglianza | arch. Federica Grazi (SBAP), arch. Anna Malavolta (SBSAE), dott.ssa Brunella Bruno (SBA) |
La necessità di un restauro conservativo dell’edificio, ed in particolare della copertura, era già emersa in un sopralluogo effettuato nei primi anni Ottanta dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici congiuntamente con l’Ufficio Tecnico dell’amministrazione del tempo. Tuttavia, il progetto di restauro fu messo a bando di gara solamente nel giugno del 2006 e in seguito vinto dal gruppo di progettazione composto dall’architetto Massimiliano Valdinoci e dallo Studio di Architettura associato degli architetti Michele Ruffino e Laura Musso.
La storia della piccola chiesetta di S. Pietro a Bardolino inizia nel XIII secolo. Dapprima, l’edificio era utilizzato come piccolo oratorio, alle dipendenze del pievano di Garda. Tra le scarse notizie che possediamo, sappiamo che, nel corso del sedicesimo secolo, la struttura fu affidata ai monaci agostiniani di S. Eufemia a Verona i quali fornivano un custode che però non vi risiedeva stabilmente. Di sicuro, gli ultimi importanti interventi sulla chiesa furono terminati ancora nel 1766 e consistettero nel ripristino e adeguamento stilistico degli interni ai gusti del tempo. Da quel momento, non sono stati più registrati grandi interventi sul manufatto, ma solamente opere di parziale aggiornamento impiantistico, dovute a necessità funzionali, oltre che ad alcuni maldestri tentativi volti a ridurre il fenomeno di risalita capillare di umidità nelle murature, che però ebbero come unico risultato un generale peggioramento dello stato di conservazione della chiesa.
L’intervento di restauro da eseguire con maggiore urgenza era il recupero della copertura. Il manto in coppi presentava diversi punti di discontinuità, dovuti alle numerose rotture o allo scivolamento degli elementi in laterizio, i cospicui depositi di terreno fertile avevano portato alla crescita di una rigogliosa vegetazione. Anche la sottostante orditura lignea, formata da correntini, arcarecci e capriate, aveva ceduto nel tempo, provocando più punti di convessità sul manto superiore, situazione che aumentava la vulnerabilità all’acqua della copertura. Pertanto le capriate sono state quasi completamente sostituite, a causa del pessimo stato di conservazione in cui versavano e la copertura è stata rivistata integrando i coppi originali con nuovi a sostituzione di quelli rotti ponendoli sullo strato inferiore del manto in modo da nasconderli alla vista.
Anni d’incuria, aggravati dal continuo filtrare dell’acqua dalla copertura, avevano deteriorato anche gli intonaci esterni della chiesa e del campanile, causandone il dilavamento del colore, la caduta parziale e l’accumulo di depositi di sporco e di residui organici. Sulla muratura originaria, intonacata da uno strato di marmorino sui toni del bianco-avorio, erano stati applicati nel tempo diversi impasti di calce e, recentemente, a base cementizia. In questo caso, le opere di restauro hanno previsto il consolidamento dei difetti di adesione tra intonaco e struttura muraria e tra intonaco e intonachino attraverso iniezioni di malta idraulica desalinizzata. L’intonaco di recente realizzazione è stato asportato con cura in modo da riportare alla luce la superficie pittorica originaria. Quest’ultima è stata a sua volta consolidata attraverso velinature di carta giapponese, incollate con soluzioni di calce in acqua, e dalla ricostruzione delle lacune.
Per gli affreschi interni è stato eseguito una pulitura leggera volta ad eliminare la numerosa polvere ambientale che li ricopriva. L’affresco posto sulla facciata principale era in condizioni molto peggiori rispetto a quelli interni, per cui si è intervenuti con il prefissaggio delle campiture di colore, il risarcimento dei fenomeni di decoesione con impregnazioni di acqua distillata e acqua di calce con carta velina e spugna naturale, per terminare con una pulizia generale dello sporco di superficie.
Lo scavo dell’interno effettuato in corso d’opera ha rilevato traccie di una villa romana di età media-imperiale e di una strada in ciottoli sconvolta nel tempo da alcune sepulture ascrivibili al periodo altomedievale e postmedievale. E’ stato rinvenuto inoltre il sedime di muro, forse appartenente ad un’ antica villa romana, che taglia l’aula in senso trasversale, circa a metà strada tra gli altari laterali e l’altare maggiore. Ai fini di aumentare l’areazione dei paramenti murari e quindi frenare il fenomeno di risalita capillare, è stato creato un’intercapedine areata al di sotto del pavimento, collegate esternamente con lo “scannafosso” che corre a “L” lungo tutto il lato sud della chiesa e dietro il muro della sacrestia.
Le opere sul campanile hanno comportato il restauro della copertura e della cella campanaria e il ripristino del concerto delle due campane che ora sono tornate a suonare. Si è proceduto inoltre all’installazione di una rete antipiccione a maglia quadrata in metallo, posta internamente alle monofore che si aprono sulla cella campanaria. Lungo l’altezza campanile erano già presenti coppie di catene in metallo, ma ai fini di una maggiore sicurezza statica questi elementi sono stati integrati con nuove catene di forma simile alle precedenti. Sono state poi sostituite le travature in legno che sorreggevano i diversi piani di calpestio dei solai interni al campanile. Le orditure di queste posate in senso alternato tra i diversi piani in modo che la loro, seppur limitata, capacità di contenimento delle spinte orizzontali fosse diretta su entrambe le direttrici principali di sforzo. Tra le ultime lavorazioni effettuate sull’immobile, i serramenti dell’aula principale sono stati tutti restaurati e i vetri, ormai irrecuperabili, sono stati sostituiti. Infine, il perimetro esterno della chiesa è stato recintato per evitare che l’esterno della chiesa potesse essere di nuovo liberamente utilizzato dagli ospiti del campeggio.