RECUPERO E RESTAURO CONSERVATIVO DEL FORTE DI SANTA VIOLA
luogo | Grezzana (Verona) | |
committente | Comunità Montana della Lessinia | |
anno di esecuzione | 2002 – in esecuzione | |
progetto | arch. Massimiliano Valdinoci, arch. Fiorenzo Meneghelli | |
progetto impianti | ing. Alberto Signorini, ing. Luca Micheletti, studio associato Quattrina | |
progetto strutture | studio associato Novarini-Rampo | |
direzione lavori | arch. Massimiliano Valdinoci, arch. Fiorenzo Meneghelli | |
sicurezza | arch. Massimiliano Valdinoci, arch. Fiorenzo Meneghelli | |
impresa esecutrice | Guerra Costruzioni (VR), Idraulica Vanzo Luciano (VR), System Impianti (VR) | |
collaboratori | arch. Renato Peroli, arch. arch. Leonardo Polesani, arch. Serena Sorio, Micaela Voltan |
Le ricerche storiche e iconografiche svolte negli archivio del Genio Militare di Verona , all’Istituto Storico dell’Arma del Genio (ISCAG) di Roma, nonché presso l’archivio del Museo della Guerra di Rovereto, unitamente ad una puntuale analisi di strutture analoghe e dell’approccio metodologico usato per quest’ultime, hanno fornito gli elementi essenziali per affrontare correttamente e coerentemente la progettazione dell’intervento di conservazione, recupero e valorizzazione del Forte di S. Viola.
Il rilievo geometrico-dimensionale della struttura del forte e delle sue adiacenze, unitamente al rilievo critico, hanno permesso di restituire con precisione il complesso sistema architettonico-organizzativo e tecnologico che caratterizza storicamente queste strutture evidenziando il degrado dovuto al trascorrere del tempo, alle infiltrazioni d’acqua e alle spoliazioni dell’uomo per il riutilizzo di ferro e legname.
Tutto il lavoro è stato supportato da sopralluoghi e studi accurati di una struttura molto simile e tutt’ora ben conservata come il Forte Montecchio a Colico (Lecco), mentre per una scelta dei diversi approcci alle modalità d’intervento, utili sono state le verifiche e le comparazioni con il recupero di Forte Rite (Belluno) per l’introduzione di elementi interpretativi e di valorizzazione e di Forte Tre Sassi (a passo Falzarego) per l’approccio filologico nel recupero di alcune parti del manufatto (serramenti e solai).
La filosofia generale dell’intervento ha previsto la conservazione del forte quale documento storico nella forma con cui ci è pervenuto, mentre i criteri adottati nell’affrontare il progetto complessivo di recupero sono stati non univoci, ma flessibili rispetto alle diverse parti su cui si andava ad intervenire, permettendo di leggere le trasformazioni e i segni del tempo come le lacune delle asportazioni operate, e al tempo stesso operando delle trasformazioni finalizzate al riuso. Prima dell’inizio delle lavorazioni, si è proceduto ad un’analisi specialistica e puntuale di tutti gli elementi che componevano il fabbricato con lo scopo di verificarne la stabilità e lo stato di degrado. Questa necessaria fase preminare ha permesso di orientare gli interventi di restauro ottimizzandone i risultati.
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