ADEGUAMENTO LITURGICO
luogo | Finalborgo Ligure (Savona) | |
banditore | Diocesi di San Biagio | |
pubblicazione | 2011 | |
tipologia | Concorso nazionale ad invito | |
gruppo di lavoro | arch. Massimiliano Valdinoci (capogruppo), arch. Maicher Biagini, Goffredo Boselli (liturgista), Francesca Flores d’Arcais (storico dell’arte), Paul Moroder Doss (artista) |
Il progetto intendeva anzitutto adeguare lo spazio liturgico della Basilica di S. Biagio a Finalborgo alle principali e più recenti acquisizioni della riforma liturgica del Concilio
Vaticano II. Così come richiesto dal Bando e dalle limitate risorse a disposizione, si è privilegiata l’area presbiterale, limitando l’intervento sull’area battesimale a modeste e significative modifiche, finalizzate alla valorizzazione del pregevole manufatto e del luogo eminenziale e significativo che rappresenta.
Pur tenendo presente il ridotto spazio a disposizione si è scelto di confermare la collocazione dell’assemblea nella navata centrale e nel transetto lasciando quello delle navate
laterali a disposizione dei movimenti liturgici e processionali.
La richiesta di adeguare lo spazio interno alle acquisizioni dell’ultima riforma liturgica è stata dunque guidata, sin dall’inizio, da due suggestioni dominanti: da un lato la necessità di
evidenziare anche fisicamente i due momenti celebrativi della liturgia della Parola e di quella Eucaristica, consentendo un’attuazione più dinamica del rito, dall’altro, favorire una partecipatio actuosa dell’assemblea celebrante.
In accordo con il Magistero della Chiesa e con le più recenti acquisizioni teoriche la proposta progettuale non attinge alla diffusa tipologia del presbiterio onnicomprensivo; delinea piuttosto un sistema di luoghi “eminenziali” interconnessi (i poli liturgici) e gerarchicamente ordinati, che acquisiscono così maggiore autonomia e riconoscibilità. Ciascuno dei nuovi poli liturgici è collocato in modo tale da favorire una più diretta relazione con l’assemblea e, tuttavia, evita quell’eccesso di “prossimità”, garantendo il giusto decoro e un ottimale dinamismo celebrativo anche in caso di celebrazioni particolarmente affollate.Per questo, nel complesso, i tre luoghi liturgici definiscono e abbracciano un ampio “nucleo”, un’estesa superficie individuata dallo spazio posto sotto la cupola. Essa, apparentemente vuota, è in realtà cristallizzazione di tensioni in atto e di tensioni potenziali; è spazio per ricevere il Corpo e il Sangue di Cristo; spazio per la celebrazione di matrimoni, ordinazioni o funerali; spazio che dilata il tempo della liturgia; spazio che unisce la soglia all’altare e la sede all’ambone; spazio che è cuore pulsante di una liturgia viva in cui il Santo irrompe legando indissolubilmente anche il “basso e l’alto”, il cielo e la terra; luogo-spazio vuoto che riflette la prospettiva escatologica e la dimensione dell’attesa di una presenza sempre di nuovo invocata.